@ALMAMEGRETTA
Breve intervista concessa a Radio KT da GennaroT a nome degli ALMAMEGRETTA
- Da vent’anni siete sulla scena musicale. Dalle collaborazioni con gli storici 99 posse, Bisca, fino alla recente partecipazione a Sanremo la vostra ricetta musicale negli anni ha subito continui arricchimenti e mutamenti. Da sempre siete
come una sorta di “laboratorio”. Da cosa nasce questa continua smania di ricerca?
Fare musica per noi significa mettersi continuamente in discussione e non ripetere stancamente una determinata ricetta che ha funzionato nel passato. E' anche un modo per rispettare i nostri fans che hanno diritto, per quanto ci riguarda, a materiali sonori che siano sempre stimolanti e al passo con i tempi. E poi lo facciamo anche per noi. Ripetersi all'infinito sarebbe estremamente noioso e la musica dovrebbe essere sempre l'antitesi della noia.
- Torniamo un po’indietro nel tempo. Anni ’90,pieno rinascimento della musica napoletana. Sonorità e tematiche si arricchiscono di rumori e umori della strada ma soprattutto di contaminazioni che arrivano anche da oltreoceano. Sono gli anni d’oro della musica raggae. E voi siete un po’il frutto di questo decennio : tra i primi ad intuire la compatibilità tra musica giamaicana e dialetti nostrani avete sconvolto la scena musicale, napoletana prima e italiana poi, con il vostro sound meticcio. Attraverso quali esperienze siete arrivati a questo tipo di musica?
Soprattutto attraverso gli ascolti di musica prodotta da altri artisti. Alcuni dei quali (Massive Attack, Adrian Sherwood e la sua OnU-Sound, Bill Laswell, Leftfield) sono stati per noi dei veri e propri fari che hanno decisamente ispirato il nostro lavoro. Tra l'altro sono tutti musicisti con cui ci siamo trovati a collaborare nel corso della nostra carriera. E questo per noi è stato motivo di grande orgoglio.
- Napoli. A differenza di quanto accade con generi musicali partenopei molto distanti da voi (es. Il neomelodico ) ascoltando i vostri pezzi si percepisce la presenza della cultura mediterranea ma al tempo stesso chiunque potrebbe immedesimarsi nelle storie che raccontate. Ecco, quanto è presente la vostra città negli album ? Quanto resta oggi della vostra “Anima Migrante”?
Napoli è stata sempre molto presente nella nostra musica. E continua senz'altro a esserlo. Il nostro progetto nasce dalla nostra città ma ha sempre ambito a fare il giro del mondo per quanto riguarda le varie influenze che ci hanno segnato. Noi siamo molto curiosi di culture "altre" ed è per questo che la nostra anima continua ad essere migrante. E' una vocazione dell'uomo e di conseguenza anche della musica, che è una espressione umana che non conosce confini.
- Dal passato al presente, tema di recentissima attualità : da “figli di Annibale” a “la Cina è vicina” passano esattamente dieci anni. Come pensate sia cambiato il rapporto con ciò che è diverso per cultura, strato sociale o semplicemente colore della pelle? Pensate siano stati fatti passi avanti o “un'armata di africani in italia meridionale” fa ancora così paura?
Mah, non si vedono grandi passi avanti nella comunicazione con persone che vengono da culture e aree geografiche diverse. L'Italia non ha questa tradizione di multiculturalismo come altri paesi europei e americani. Sono poco più di venti anni che il paese è stato investito sempre di più da masse di immigrati. L'Italia non era e non poteva essere preparata ad affrontare i problemi derivanti da massicce ondate d'immigrazione. Consideriamo che fino a poco tempo fa gli italiani emigravano e si sono trovati davanti a problemi simili a chi viene a cercare fortuna nel nostro paese. Ci vorrà tempo anche perchè le culture esogene fanno fatica a emergere e ad avere diritto di cittadinanza. Ma è un processo inesorabile che non può essere bloccato da isterie razziste e xenofobe.
- Stiamo dunque attraversando un momento storico travagliato ma di eccezionale importanza. Da artisti siete abituati ad avere un forte contato diretto con la gente. Che impressione vi fa l’italia che viene fuori dai vostri tour?
Ci sembra un paese molto disorientato che sta perdendo sempre di più la sua memoria storica e le sue caratteristiche peculiari. Ad esempio la cultura in Italia è stata l'unica vera identità nazionale. Ma in questo momento non è più così ed è un peccato. Ma il discorso sarebbe troppo lungo in questa sede. Ormai siamo un paese completamente rovinato dalla televisione!
- Sanremo. Odi et amo. Da sempre al centro di critiche o elogi esagerati. Cos’ha significato per voi questa esperienza ? Quanto pensate che abbia influito sulla vostra musica ma soprattutto sul rapporto con il grande pubblico?
E' un momento comunque importante soprattutto perchè ti da' una botta promozionale molto forte concentrata in pochi minuti, ma con il passare del tempo la spinta si affievolisce. Ti rimangono un ricordo tutto sommato divertente e un pò di ascoltatori in più. Tutto qui. E' anche vero che Sanremo ha perso la sua centralità nella musica leggera italiana e non è sempre così decisivo come parecchi anni fa.
- Dalle collaborazioni con 99 posse, Bisca, Massive Attack fino, il videoclip con l’eccellente regia di Pappi Corsicato fino alla recente collaborazione con Federico Zampaglione per la scrittura del testo di “onda che vai”. Cosa dobbiamo aspettarci per il fututo? Progetti in cantiere?
Abbiamo da poco pubblicato l'album "Controra" che è ricco di collaborazioni: James Senese, Enzo Gragnaniello, Gigi De Rienzo, Gaudi, ecc. Per il futuro si vedrà. E' presto per parlarne.
-Come nostro solito l'ultima domanda è uguale per tutti: dateci 5 brani che avete nel vostro ipod e portereste con voi dappertutto
Giusto 5 brani che sono in questo momento nell'iPod, quindi il riferimento è agli ascolti di questo periodo, non in assoluto:
- Adrian Sherwood - Trapped Here
- Afefe Iku - The Blues
- Hidden Orchestra - Spoken
- Major Lazer - Get Free
-The Orb (feat. Lee Scratch Perry) - Ball of Fire